Sottoscrizioni

420
Chiara
De Iaco
Aspirante archivista
Specchia (Le)
La memoria e' il presente e il futuro. Ispirati ed........educati dagli archivi
251
BRUNELLA
SPATERNA
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA-bibliotecaria archivista
perugia
La vita futura si basa sulla cosciente memoria del passato
252
Daniele
Codebò
Archivista libero professionista
Torino
Lasciamoci ispirare dagli archivi, per conoscere storie e Storia, per garantire diritti e gestire i nostri beni comuni!
329
Eric
BARSELLOTTI
Pensionato
Angers (Francia)
Le archivi italiane sono molto importante per le mie ricerche genealogiche
368
KATIA
CASAVECCHIA
GEOLOGA
MAGLIANO ALFIERI (CN)
Le notizie riportate negli archivi sul dissesto idrogeologico sono di fondamentale importanza per programmare il futuro!
334
DEMEULENAERE
Christiane
Conservateur du patrimoine (archives)
Paris
Les archives sont le fondement de la Nation.
325
SUNSERI
Stéphane
1957
FRANCE
les racines c'est important !!!
359
Isabella
Merloni
Archivista della Fondazione Magistrato di Misericordia
Genova
L’Archivio più bello del mondo…
561
Marlène
FALLOUR-VOLTO
Retraitée
LAURIS FRANCE
ma motivation est de pouvoir faire l'histoire de ma famille.
164
Giovanni Carlo
Coenda
impiegato
Torino
Mi rallegro di una così bella iniziativa: gli archivi sono poco conosicuti, ma senza di essi non esiste conoscenza.
195
Luca
Milani
Archivista presso AVEPA
Padova
Non c'è futuro, senza memoria. Gli archivi sono un prezioso strumento per conservarla, oltre che per esercitare alcuni diritti fondamentali della persone e favorire l'assunzione di decisioni consapevoli, basata sulla conoscenza dei fatti documentati.
Non ho mai preparato uno scritto senza aver prima consultato qualche testo che, sullo stesso argomento da me toccato, sia stato prodotto da studiosi antichi o moderni, e che fosse raggiungibile in qualche archivio. Non per niente un giorno una collega mi ha definito «necrofilo».

Onorato di questo titolo, inizio col precisare che io considero archivi non solo le raccolte di documenti scritti (su pietra, papiri, pergamena, carta, supporti informatici) ma anche qualsiasi testimonianza storica, letteraria, filosofica, teologica, artistica, naturalistica … prodotta dall’uomo, dall’erbario di un museo (e lo scrivo in lettere minuscole) alla Cappella Sistina (per la quale uso l’iniziale maiuscola).

Chiedo solo che si conosca chi, che cosa, quando, dove, perché della realizzazione, in omaggio alla regola giornalistica dei cinque «w»: who, what, when, where, why.

Faccio un esempio: il recente fascicolo della rivista «Alba Pompeia» da me curato insieme ad Annalaura Pistarino e dedicato al grande botanico albese Carlo Bertero (1789-1831), pioniere delle ricerche floristiche famoso in tutto il mondo, ma del quale gli albesi di oggi ormai più nulla conoscevano. Le 287 pagine dello studio riportano notizie fornite da vari archivi di Torino, Bologna, Ginevra, Saint Louis – Missouri, Parigi, New York, Kew, ecc.

Se non esistessero gli archivi e chi se ne occupa, queste memorie sarebbero anch’esse scomparse in un punto imprecisato dei fondali dell’oceano Pacifico insieme ai resti mortali di Carlo Bertero quando, a 42 anni, «si seppe soltanto il suo naufragio avvenuto nell’estate del 1831, mentre da Otahiti faceva ritorno a Valparaiso, senza nemmeno che si abbiano le circostanze speciali del medesimo, lo che fece credere, che il bastimento su cui era salito siasi intieramente perduto».

Ma tutto questo è solo un triste esempio. Per quel che può valere il mio augurio, io spero che in futuro non si corra il rischio di dover lamentare perdite analoghe o addirittura peggiori di quelle che avrebbe potuto subire la memoria di Carlo Bertero.

E non si pensi che si possa vivere bene lo stesso: parola di «necrofilo».

( 1 )
497
Oreste
Cavallo
già conservatore del Museo civico archeologico e di scienze naturali «F. Eusebio»
Alba (Cn)
Non ho mai preparato uno scritto senza aver prima consultato qualche testo che, sullo stesso argomento da me toccato, sia stato prodotto da studiosi antichi o moderni, e che fosse raggiungibile in qualche archivio. Non per niente un giorno una collega mi ha definito «necrofilo».
Onorato di questo titolo, inizio col precisare che io considero archivi non solo le raccolte di documenti scritti (su pietra, papiri, pergamena, carta, supporti informatici) ma anche qualsiasi testimonianza storica, letteraria, filosofica, teologica, artistica, naturalistica … prodotta dall’uomo, dall’erbario di un museo (e lo scrivo in lettere minuscole) alla Cappella Sistina (per la quale uso l’iniziale maiuscola).
Chiedo solo che si conosca chi, che cosa, quando, dove, perché della realizzazione, in omaggio alla regola giornalistica dei cinque «w»: who, what, when, where, why.
Faccio un esempio: il recente fascicolo della rivista «Alba Pompeia» da me curato insieme ad Annalaura Pistarino e dedicato al grande botanico albese Carlo Bertero (1789-1831), pioniere delle ricerche floristiche famoso in tutto il mondo, ma del quale gli albesi di oggi ormai più nulla conoscevano. Le 287 pagine dello studio riportano notizie fornite da vari archivi di Torino, Bologna, Ginevra, Saint Louis – Missouri, Parigi, New York, Kew, ecc.
Se non esistessero gli archivi e chi se ne occupa, queste memorie sarebbero anch’esse scomparse in un punto imprecisato dei fondali dell’oceano Pacifico insieme ai resti mortali di Carlo Bertero quando, a 42 anni, «si seppe soltanto il suo naufragio avvenuto nell’estate del 1831, mentre da Otahiti faceva ritorno a Valparaiso, senza nemmeno che si abbiano le circostanze speciali del medesimo, lo che fece credere, che il bastimento su cui era salito siasi intieramente perduto».
Ma tutto questo è solo un triste esempio. Per quel che può valere il mio augurio, io spero che in futuro non si corra il rischio di dover lamentare perdite analoghe o addirittura peggiori di quelle che avrebbe potuto subire la memoria di Carlo Bertero.
E non si pensi che si possa vivere bene lo stesso: parola di «necrofilo».
161
Roland
Hochstrasser
Sistema per la valorizzazione del patrimonio culturale
Bellinzona
Non sono archivista, ma condivido pienamente la necessità di dare una migliore visibilità a quanto custodito e valorizzato negli archivi, così come nei musei e nelle biblioteche; un ruolo importante in una società che predilige sempre più un certo culto dell'ignoranza...
324
LEJEUNE
Philippe
Chef d'atelier
Bransles (france)
Notre histoire est la base de notre futur ...
328
LIQUETTE
Emmanuelle
secrétaire
AMIENS
Nous soutenons cette cause car nous Français avons au moins un Italien dans nos ancêtres et nos archives sont vraiment précieuses pour connaître leurs histoires.
341
Hans-Robert
Ammann
ancien directeur des Archives de l’Etat du Valais (Suisse)
Nous vous soutenons volontiers par ce mail dans votre campagne de sensibilisation au trésor que représentent les archives: les vôtres ont une valeur internationale!
Avec nos meilleurs vœux pour le succès de votre campagne.
342
Chantal
Ammann-Doubliez
archiviste paléographe, responsable des Archives du Chapitre cathédral de Sion
Nous vous soutenons volontiers par ce mail dans votre campagne de sensibilisation au trésor que représentent les archives: les vôtres ont une valeur internationale!
Avec nos meilleurs vœux pour le succès de votre campagne.
348
Cecile
Vergne
puericultrice
france
passionnée d genealogie et d origine italienne
432
Alberto
Zaina
Centro Studi Cultura Uomo Territorio
BRESCIA
Pensionato, ma con diploma in Paleografia-Diplomatica-Archivistica, mi dedico alla libera ricerca negli archivi dedicandomi soprattutto alla Storia dell'Arte.
320
Gustavo
Malvezzi
insegnante
Savona
perché ci credo