Sottoscrizioni

536
ANNAMARIA
CAPORIZZI
STUDENTE SCUOLA APD ARCHIVIO DI STATO DI BARI
BARI
538
MARIANNA
CAPOZZA
ARCHIVISTA LIBERO PROFESSIONISTA
TARANTO
9
Marco
Carassi
Anai - Associazione nazionale archivistica italiana - Presidente Probiviri
Torino
221
Aldo
Carera
FONDAZIONE GIULIO PASTORE
00184 ROMA - VIA DEL VIMINALE, 43
390
Maria
Carlucci
Responsabile risorse umane OTM
torino
173
Laura
Carnelos
Marie Curie Fellow - CERL
London
258
Paolo Tullio
Carrega
Archivista Isral
Alessandria
290
Antonella
Carro
Archivio di Stato
La Spezia
484
Antonella
Cartei
Impiegata / Consiglio regionale della Toscana
Firenze
138
Maria Grazia
Casali
Anai - Associazione nazionale archivistica italiana - Sezione Lombardia
Brembio
368
KATIA
CASAVECCHIA
GEOLOGA
MAGLIANO ALFIERI (CN)
Le notizie riportate negli archivi sul dissesto idrogeologico sono di fondamentale importanza per programmare il futuro!
466
Riccarda
Casini
Consiglio Regionale dellaToscana, funzionaria
Firenze
Perché gli archivi sono la nostra memoria, la nostra Storia.
509
Chrystel
CASTELLARIN
Assistante maternelle
Ha antenati italiani
367
Alessandro
Cataldo
ASL 3 Sociologo
Genova
"..non c'è futuro senza storia."
208
Emanuele
Catone
Volcei Edizioni / direttore editoriale
Carmignano di Brenta
124
Anna Rita
Cattolico
archivista
Gaeta
416
paola
cavaliere
archeologa
roma
122
Corrado
Cavalli
Dipendente ente locale
Casale Monferrato (Al)
189
Daniela
Cavallo
Archeologa e archivista
Roma
497
Oreste
Cavallo
già conservatore del Museo civico archeologico e di scienze naturali «F. Eusebio»
Alba (Cn)
Non ho mai preparato uno scritto senza aver prima consultato qualche testo che, sullo stesso argomento da me toccato, sia stato prodotto da studiosi antichi o moderni, e che fosse raggiungibile in qualche archivio. Non per niente un giorno una collega mi ha definito «necrofilo».
Onorato di questo titolo, inizio col precisare che io considero archivi non solo le raccolte di documenti scritti (su pietra, papiri, pergamena, carta, supporti informatici) ma anche qualsiasi testimonianza storica, letteraria, filosofica, teologica, artistica, naturalistica … prodotta dall’uomo, dall’erbario di un museo (e lo scrivo in lettere minuscole) alla Cappella Sistina (per la quale uso l’iniziale maiuscola).
Chiedo solo che si conosca chi, che cosa, quando, dove, perché della realizzazione, in omaggio alla regola giornalistica dei cinque «w»: who, what, when, where, why.
Faccio un esempio: il recente fascicolo della rivista «Alba Pompeia» da me curato insieme ad Annalaura Pistarino e dedicato al grande botanico albese Carlo Bertero (1789-1831), pioniere delle ricerche floristiche famoso in tutto il mondo, ma del quale gli albesi di oggi ormai più nulla conoscevano. Le 287 pagine dello studio riportano notizie fornite da vari archivi di Torino, Bologna, Ginevra, Saint Louis – Missouri, Parigi, New York, Kew, ecc.
Se non esistessero gli archivi e chi se ne occupa, queste memorie sarebbero anch’esse scomparse in un punto imprecisato dei fondali dell’oceano Pacifico insieme ai resti mortali di Carlo Bertero quando, a 42 anni, «si seppe soltanto il suo naufragio avvenuto nell’estate del 1831, mentre da Otahiti faceva ritorno a Valparaiso, senza nemmeno che si abbiano le circostanze speciali del medesimo, lo che fece credere, che il bastimento su cui era salito siasi intieramente perduto».
Ma tutto questo è solo un triste esempio. Per quel che può valere il mio augurio, io spero che in futuro non si corra il rischio di dover lamentare perdite analoghe o addirittura peggiori di quelle che avrebbe potuto subire la memoria di Carlo Bertero.
E non si pensi che si possa vivere bene lo stesso: parola di «necrofilo».